La stagione 2002-2003 cominciò con la vittoria della Supercoppa europea ai danni del Feyenoord (3-1), ma nelle prime dieci giornate di campionato il Real faticò a ingranare la marcia, pareggiando più volte e subendo anche una sconfitta. Raggiunse la vetta alla tredicesima giornata, ma vi rimase solo per due settimane: il pareggio alla quindicesima contro il Real Oviedo (1-1) determinò la retrocessione al secondo posto, dove il Madrid rimase per molte settimane, maglie real madrid 2024 prima che una serie negativa nelle ultime giornate facesse scivolare gli uomini di Heynckes al quarto posto. Ciononostante, in campionato fu solo terzo posto. Quest’ultimo tuttavia seppe incidere solo in parte sulla stagione del Real Madrid, che vinse la Coppa Uefa ma in campionato si classificò solo al quinto posto e accumulò un distacco di 17 punti dal Barcellona campione. L’anno successivo giocò la finale della Coppa Campioni con il Real Madrid, persa 2-0 e conquistò la Coppa Grasshoppers. Nella fase a gironi il Real Madrid, detentore del trofeo e inserito in prima fascia, pesca i tedeschi del Borussia Dortmund, i portoghesi dello Sporting Lisbona e i polacchi del Legia Varsavia.
Per molti, il Real Madrid è il più grande club di tutti i tempi. Quest’ultima viene messa al sicuro con una vittoria per 2-1 nel derby di aprile. La stagione successiva si aprì con una nuova vittoria in Supercoppa contro il Barça (con un 3-1 e un 1-1), ma fu soltanto un fuoco di paglia, perché l’annata dei blancos proseguì male: ancora una volta il Madrid non riuscì a mettere in bacheca i trofei più importanti. Nel 1912 fu realizzato il campo de O’Donnell, in cui la squadra del Real Madrid disputò le proprie partite casalinghe fino al 1923. La capacità dello stadio era di 5 000 spettatori. Anche domenica il colombiano ha svolto soltanto terapie per risolvere il problema di natura muscolare al flessore sinistro che lo ha estromesso già dalla sfida contro il Milan: sembra impossibile un recupero lampo per sfidare il Real. Il Real Madrid giocò il primo turno contro gli austriaci del Rapid Vienna: non fu una sfida facile, le merengues vinsero l’andata in casa per 4-2, ma furono sconfitti al Prater per 3-1; non esistendo ancora il regolamento dei goal fatti in trasferta (che avrebbe per altro decretato il passaggio del turno degli austriaci), si giocò al Bernabéu un terzo incontro che gli spagnoli vinsero con il risultato di 2-0. Quindi ai quarti i blancos superarono facilmente il Nizza, mentre in semifinale eliminarono il Manchester United, vincendo 3-1 a Madrid e pareggiando 2-2 in Inghilterra.
Negli anni seguenti la squadra ebbe un andamento altalenante con una serie di promozioni e retrocessioni e con un ritorno in Segunda alla fine degli anni 90. L’entusiasmo dei tifosi e il nuovo vigore vennero meno quando all’inizio degli anni 2000 la squadra tornò in Segunda División B e iniziò a dove fronteggiare rilevanti problemi economici. Il match di ritorno a San Siro, che si disputò il 19 aprile 1989 fu un autentico calvario sportivo per il Real, umiliato per 5-0. I “carnefici” furono Ancelotti, Rijkaard, Gullit, van Basten e Donadoni. Il ritorno al Bernabéu si rivela tutt’altro che facile, malgrado il vantaggio accumulato. Il principale avversario dei blancos fu l’Athletic di Bilbao, dopo varie e difficili partite il Madrid vinse il suo primo titolo nazionale con 3 punti di vantaggio sul Bilbao. I colchoneros si portano sul 2-0 nel giro di 4 minuti e, sulle ali dell’entusiasmo, cercano il gol del 3-0 ma, quasi allo scadere del primo tempo, il centrocampista offensivo Isco realizza in contropiede il gol che taglia le gambe ai padroni di casa. Guido Gratton (Monfalcone, 23 settembre 1932 – Bagno a Ripoli, 26 novembre 1996) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo centrocampista.
Il centrocampo era composto da quattro giocatori, con un’inattesa variazione rispetto al solito modulo di Bernardini: il brasiliano Julinho, l’italoargentino Miguel Montuori, che totalizzerà anche 12 presenze e due gol con la maglia della nazionale italiana, e gli italiani Gratton e Bizzarri; unica punta era Giuseppe Virgili, giocatore dallo score certamente non altissimo per un attaccante: 10 gol in 22 presenze in quella stagione. Fu tra i convocati per il Mondiale del 1954, nel corso dei quali non scese mai in campo, e rimase nel giro della Nazionale fino al 1959, totalizzando 11 presenze e 3 reti. I numeri però sono fatti per essere interpretati; e a volte la matematica sa essere ingannevole nel presentare le sue statistiche. L’anno successivo, a 18 anni, diventa il primo calciatore nato nel 2003 a segnare nella Liga Profesional con una doppietta nel 2-2 del Rosario Central contro l’Estudiantes (LP). L’anno scorso aveva segnato 23 gol, quest’anno ha segnato il suo primo a novembre inoltrato. Nel 1955-1956 vinse coi viola il primo scudetto del club toscano, mentre l’anno successivo conquistò la Coppa Grasshoppers.