Anche per la stagione 2023-2024 le maglie sono disegnate e realizzate dallo sponsor tecnico Fila in collaborazione con l’ufficio stile di Diesel, brand del gruppo OTB, proprietario del club. «I Am», strumento per introdurre l’insieme dei valori del club. Sulla schiena, la successiva apposizione dei numeri di gioco avvenne colorandoli di bianco. Il Verona ha presentato il terzo completo da gioco con l’ex attaccante scozzese Joe Jordan come testimonial. Il testimonial è Cajuste. Cajuste dallo Stade Reims e Lindstrøm dall’Eintracht Francoforte. Il monogramma disegnato da Muggiani fu abbandonato nel 1928, in seguito alla fusione con la Milanese e il cambio di denominazione in Ambrosiana per ragioni politiche: venne quindi adottato uno stemma formato da un cerchio blu con al centro il fascio littorio, sulla sinistra lo scudo con il biscione e sulla destra lo scudo rossocrociato di Milano. Lo stemma con cui il club viene identificato, pur non venendo mai utilizzato nei documenti o sulle divise ufficiali, è un ovale a strisce nerazzurre, dominato al centro dal biscione visconteo in oro. Dal 1991 al 1995 fu prodotta una maglia gialla con colletto e polsini nerazzurri e una particolare fantasia azzurronera all’altezza delle spalle.
Nel 1998 una fascia verticale azzurronera occupò la parte sinistra della maglia. Nel 1999 invece si tornò a una più consueta casacca di colore blu. Stemma utilizzato dal 1999 al 2007, con la stella inglobata nel cerchio. Nel 1999, anno del centenario milanista, la squadra affiancò alle divise della stagione 1999-2000 un’uniforme celebrativa che riprendeva, nello stile, quello della progenitrice del 1899; la stessa maglia, con tricolore ricamato sulla manica, venne indossata per un’ultima volta il 6 maggio 2001 contro il Perugia, nella ricorrenza del centenario dal primo scudetto rossonero. Il primo impegno ufficiale è il turno eliminatorio della Coppa Italia che vede il Lane sconfitto 2 a 1 dalla Feralpisalò mentre l’esordio in campionato avviene contro l’AlbinoLeffe dove la partrita finisce a reti inviolate. Data come favorita per la promozione diretta, il Lane in realtà ha un andamento altalenante che lo porta già a fine del girone di andata a non poter competere più per il primo posto, maglie milan 2024 dato anche l’ottimo campionato del Mantova.
Così vennero introdotte nuove colorazioni per la maglia degli estremi difensori: grigio, verde o giallo le più utilizzate. San Giorgio, uno degli elementi che compongono lo stemma cittadino milanese. Dal 1963 al 1979 l’Inter ritornò allo stemma originario, anche se con qualche lieve modifica: le lettere bianche FCIM (con la M fortemente ribassata) furono poste dentro un cerchio dorato e circondate da un cerchio nero a sua volta circondato da un cerchio blu, ma la vera novità fu la presenza di un ulteriore cerchio dorato attorno al cerchio blu. Ngonge a titolo definitivo dal Verona e Dendoncker in prestito con diritto di riscatto dall’Aston Villa. Inter, Correa ha firmato fino al 2025. Corsa per averlo a Verona. Su di essa sono stati aggiunti i soprannomi storici dello stadio Marcantonio Bentegodi, la casa dell’Hellas Verona che proprio nel corso della stagione festeggerà i 60 anni dalla sua inaugurazione. Nella prima metà degli anni 2000 vennero prodotte maglie nel solco stilistico di quelle precedenti, due di colore giallo – nel 2000 e nel 2003 – e due di colore arancione, nel 2001 e nel 2002. Nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 fu utilizzata una casacca con righe orizzontali blu e grigie.
In misura minore, dalla fine degli anni 1980 i diversi sponsor tecnici dell’epoca scelsero di modificare la canonica uniforme: dapprima, colorando di bianco i vecchi calzettoni neri, ottenendo così un effetto all white, e successivamente in senso opposto, ricorrendo a pantaloncini neri che generarono una predominanza scura nella zona inferiore dell’uniforme; tali licenze creative ebbero termine solo pochi anni dopo l’inizio del III millennio. Fin dalle origini, il Milan vestì quella che rimarrà per tutta la sua storia la propria, canonica, uniforme: una maglia palata rossonera, abbinata a pantaloncini bianchi e calzettoni neri; nei decenni seguenti, solo ciclici cambiamenti dettati dalle mode del tempo andranno a intaccare questo schema, che tuttavia rimarrà pressoché inalterato sino ai giorni nostri. Tuttavia, nei suoi primi decenni di vita il Milan veniva anche visto come la squadra di riferimento delle classi popolari di Milano, all’epoca un polo prettamente industriale (in contrapposizione ai rivali dell’Inter, il cui tifo era considerato appannaggio dei baùscia della borghesia cittadina). Il 27 maggio 1965, nella finale di Coppa dei Campioni contro il Benfica, l’Inter indossò una divisa realizzata ad hoc per l’occasione che consisteva in una maglia bianca fasciata di nerazzurro, abbinata a pantaloncini e calzettoni neri con dettagli azzurri.
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