Scuola e fede prima di tutto; il calcio solo a tempo perso. Fu un periodo d’oro per Sousa che conquistò a 20 anni una maglia di titolare, un titolo nazionale (con 36 presenze su 38) e, nel 1991, a soli 21 anni, dopo 9 presenze con la U-21, arrivò persino la prima convocazione con la Nazionale maggiore per un’amichevole con la Spagna. La stagione 2008-09 è una gran fortuna per Petrov, la cui forma fisica più stabile gli garantisce un posto fisso nella formazione titolare, giocando le prime sei partite della stagione di fila da titolare. Nel 2017-2018 i gialli subiscono tre sconfitte nelle prime sei giornate, risultato che causa l’esonero del tecnico Escribá, sostituito il 25 dicembre 2017 con l’allenatore della squadra b Javi Calleja. Quella delle Aquile è la formazione italiana ad aver disputato il maggior numero di finalissime nazionali (3 volte, più specificatamente nelle stagioni 1912-13, 1913-14 e 1922-23) ovvero gli incontri che, prima dell’istituzione del campionato a girone unico, mettevano di fronte le compagini campioni del girone Nord e quello Sud per decidere la squadra campione d’Italia. Iniziò per lui un lungo tirocinio sia tecnico che atletico (mise massa muscolare) che gli permise di trasformarsi da laterale a interno di centrocampo, ruolo nel quale venne definitivamente lanciato durante il ritiro estivo del 1990, quando molti nazionali del Benfica tornarono tardi dalle ferie (era l’anno dei Mondiali) e lui venne provato proprio come regista giocando talmente bene da non essere più spostato da lì.
Il nostro pluriennale team tecnico è universalmente riconosciuto per la precisione e cura nel personalizzare e nell’applicare i nomi e numeri ufficiali sulle maglie della Seria A, Premier League, Liga Spagnola, Bundesliga, la nostra Nazionale e le varie nazionali. Noi al bianco ed al rosso, colori della nostra Bologna, uniamo il verde, in segno della speranza che tutto il popolo italiano segua la rivoluzione nazionale da noi iniziata, che cancelli que’ confini segnati dalla tirannide forestiera. Bologna, peggio delle delusioni sul campo. Tutti i giocatori sono liberi di muoversi in mezzo al campo fino a che non si interrompe il gioco per un fallo, un fuorigioco o una rimessa. “Tutto quello che sono come calciatore e non solo lo devo a lui”, ripete in ogni intervista Sousa. Questo è il Paulo Sousa ragazzino, cresciuto col mito della maestra Rosa delle elementari, che voleva fare l’insegnante a sua volta e che, però, era così magneticamente attratto da quel campo di calcio che ancora oggi, se chiedete a Viseu alla gente che lo conosceva, vi racconteranno divertiti di quando sfidasse la sorte calandosi dalla finestra per andare agli allenamenti, di nascosto.
È lì che, ancora oggi, negli spogliatoi c’è il suo nome, indelebile e indimenticato. Oggi, entrambi hanno una bella casa e non lavorano più, ma 40-50 anni fa per loro era dura: uscivano di casa alle 5 del mattino e vi ritornavano solamente a sera inoltrata lasciando i due bambini (Paulo ha un fratello di un anno più piccolo) da soli o con i nonni per la maggior parte della giornata. Ciò che non trovate nelle bio di Wikipedia è infatti l’avventura, spesso traumatica, cui questi ragazzini sono costretti: vivere da soli lontani dai genitori e in una città – nel caso di Sousa – totalmente diversa come ritmi, dimensioni e stress dalla sua Viseu e distante quasi 300 km. Allenamenti chiave per poi far funzionare gli schemi nelle gare ufficiali. Nelle giovanili, giocò prevalentemente come esterno d’attacco (soprattutto destro) ma anche come prima e seconda punta. In questo modo Kappa ha voluto isolare la pura essenza della prima maglia: bianca con colletto e risvolti neri.
Termina la sua prima stagione in Turchia totalizzando 22 presenze e 11 reti. Union of European Football Associations (UEFA) per l’Europa, l’Armenia, l’Azerbaigian, la Georgia, Israele, il Kazakistan e la Turchia. Anche religiosa, sì. La domenica, infatti, guai a non presentarsi vestito a puntino alla catedral per la messa e il catechismo o avrebbe fatto arrabbiare la nonna e, credetemi, si poteva scherzare su tutto ma guai a fare arrabbiare la nonna! La catedral vedeva tutto dall’alto ma – probabilmente – sorrideva anche lei. E’ evidente che Vavassori entrerà nell’azionariato granata ma non si capisce con quale quota, così come Ferrara sarà il suo portavoce nel consiglio ma per il resto tutto resta invariato, cioè Barilli ha ancora l’84% delle azioni e la carica di presidente. Due giorni dopo, si presentarono anche gli osservatori dello Sporting, la squadra da sempre nel cuore della famiglia Sousa, ma invano poichè era già tutto nero su bianco. Dall’estate successiva, con l’arrivo a Lisbona di Sven-Göran Eriksson, venne stabilmente aggregato alla prima squadra per imparare dai veterani, soprattutto da Ricardo Gomes e capitan Veloso, i due giocatori con i quali legò di più. Paulo giocò solo due partite (di cui una a qualificazione alla seconda fase già conquistata) e fu il quarto giocatore meno utilizzato dell’intera rappresentativa, ma l’esperienza gli permise di crescere e di prendere per la prima volta contatto con il calcio che conta, quello internazionale.
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