Il calcio che ci piace è quello che sa di erba, grasso di foca, olio canforato. Di certo, con queste premesse, e con la quasi certezza che Marchisio lasci dopo questa stagione il calcio europeo, il trasferimento sarebbe sicuramente più indolore, per la società e l’ambiente che perderebbero comunque un simbolo di juventinità, e non solo questi ultimi 7 anni da record. A 32 anni, dopo una vita nella sua amata Vecchia Signora, i rumors lo vedono sempre più lontano da Torino, con l’ipotesi sempre più fondata di un trasferimento negli Stati Uniti, o magari in qualche altra lega emergente. E’ mancato non poco ad Allegri e i suoi nei 3 mesi di stop, che hanno privato la Juve di un’arma davvero importante: nel sistema del 4-2-3-1, usato comunque diverse volte in stagione, i suoi cross per Mario Mandzukic sono stati una costante tattica della stagione, coincidendo anche col miglior periodo del croato in stagione, che con l’assenza del compagno ha perso un po’ di pericolosità sotto porta. Nella chiesetta, recentemente restaurata, sono stati fatti ritrovamenti riconducibili, probabilmente, al periodo medievale. Dopo un fulminante inizio di stagione con 12 gol nelle prime 8 partite ufficiali, il livello di Dybala si è assestato quasi un po’ troppo, visto che gli altri 14 gol sono arrivati nelle altre 36 presenze.
Dopo un inizio non facilissimo a livello fisico, nella serie di 20 partite su 21 consecutive giocate tra tutte le competizioni, ha fornito un apporto non indifferente contribuendo a rendere quello tra dicembre e marzo miglior periodo della Juve, che ha totalizzato uno storico di 18 vittorie e 3 pareggi. Delle 7 partite non vinte dalla Juventus il bosniaco ne ha saltate 3, per una squadra che senza di lui ha perso spesso equilibrio e anche qualità a livello offensivo, come anche nell’andata contro il Real Madrid, dove Bentancur non è riuscito a farlo dimenticare. Al primo piano del castello, dove si trovavano le camere private del barone, le cucine e i saloni, si accedeva per mezzo della scala maggiore ai cui piedi vi era il portale seicentesco, presente ancora oggi. Complessivamente in un anno e mezzo alla Sampdoria gioca 31 presenze segnando 3 gol. Neanche Rodrigo Bentancur si sarebbe probabilmente aspettato di giocare 893 minuti, distribuiti in 25 partite, nel suo primo anno alla Juventus. Con le sue 48 presenze stagionali ha rappresentato un qualcosa che alla Juventus mancava almeno dall’addio di Arturo Vidal in quanto a forza nei contrasti, attenzione, spirito di sacrificio e lavoro in fase di interdizione: il gol al Bernabeu è la dimostrazione della sua pressione, della sua costanza che quasi mai sono mancate in stagione e, come in quel caso specifico, lo hanno portato a sfruttare gli errori avversario, altro fattore per fare la differenza nelle singole partite.
Non è sembrato ancora pronto per i palcoscenici importanti in Champions League, ma il tempo, e soprattutto la società, sono ancora dalla sua parte. La maglia di cortesia presenta un colore blu-verdastro; la parte bassa del busto presenta un disegno a rombi che evoca il motivo del tetto del duomo di Bolzano, il quale sfuma verso il petto nella monocromia. Sulla facciata principale spiccano un portale decorato, due nicchie nella parte bassa e tre finestroni. Per lui vale il discorso della maggior parte dei suoi compagni di reparto: le ragioni per tenerlo ci sarebbero, ma la cifra spesa due anni fa oramai, e l’età che va verso i 31 anni potrebbero anche indurre la Juventus a rischiare il contrario. I gol, d’altronde, vanno pesati oltre che contati, e da parte sua, di gol pesanti, non ne sono mancati. In una stagione molto positiva, la prima col numero 10 bianconero sulle spalle, a Dybala è mancata quel po’ di costanza in più che era lecito aspettarsi nel girone di ritorno, o almeno nelle partite importanti in Champions League: un gol pesantissimo per lui, quello dell’1-2 finale a Wembley, poi delle buone prestazione, maglia inter 2024 ma nessun altro gol né assist.
Arriviamo finalmente al giocatore di punta del nostro pagellone, premiato soprattutto per via del suo meraviglioso girone di ritorno in campionato, con delle performance spesso di grandissima qualità anche in Champions League, sino ad arrivare alla finale di Coppa Italia di pochi giorni fa: con 45 presenze totali e quasi 3000 minuti giocati, il numero 11 è diventato un elemento a cui la Juventus non può rinunciare. In diverse partite è rimasto tuttavia un po’ troppo slegato dalla manovra offensiva, non facendo mai mancare però la sua grinta da gladiatore e il suo spirito di sacrificio, che lo hanno reso un punto di riferimento per la gestione di Massimiliano Allegri alla Juventus. Indubbiamente, dopo questi 4 anni alla guida della Juventus, c’è bisogno ora di un nuovo cambiamento, lontano o vicino da Torino, a cui Massimiliano Allegri è oramai indissolubilmente legato. L’arma dispone di mire metalliche: un palo anteriore e un’apertura posteriore che scorre su una guida graduata da 200 a 1.800 m in incrementi di 200 m. Ancora promosso il livornese alla guida della Juventus, con un voto più incerto derivante dall’impronta meno chiara che quest’anno è riuscito a dare alla squadra: diversi cambi di modulo a seconda dei giocatori e degli avversari, ma anche per le incertezze della sua difesa nel girone d’andata.