ClassicFootballShirts – se eri alla ricerca di siti dove comprare maglie da calcio vintage, in quanto vuoi recuperare una divisa “storica” della tua squadra del cuore, questo portale potrebbe essere ciò che fa al caso tuo. Spesso si parla del calcio come motivo di rivalità e contrapposizione, ma il calcio crea anche fratellanza e condivisione. Anche per questo la squadra bianconera è diventata “la fidanzata d’Italia”, oltre che un simbolo di Torino, quanto e talvolta perfino più della Fiat, e un valore aggiunto dell’immagine della famiglia Agnelli. E, dunque, chi tifava Juventus, trepidava e gioiva per una squadra di buon tessuto italiano, con il fiore all’occhiello di un paio di campioni stranieri, e godeva per uno scudetto che, per nove undicesimi, era il prodotto di un lavoro autoctono. Per concentrazione, professionalità e dedizione al lavoro erano troppo avanti. La Juve è sempre stata un esempio per tutti. Adesso è normale trovare queste componenti nei grandi club, ma la Juve ce le aveva già vent’anni fa.

Se sei un club come la Juve, crei attese nei tifosi, per questo devi spingerti sempre oltre. E’ indubbio, ma lo è anche per le altre squadre: la prima Juventus in Champions League di Conte se non avesse incontrato il Bayern Monaco secondo me sarebbe arrivata fino in fondo. Quando abbiamo giocato per la prima volta la Champions League loro erano la squadra migliore, loro erano quelli che aspiravamo a essere. Dopo anni nelle serie minori la sua fortuna fu passare, nel 2009, al Southampton: una rete via l’altra, guidò i Saints a una doppia promozione (dalla League One alla Premier), in Championship fu nominato pure lui calciatore dell’anno e dopo pochi mesi approdò in Nazionale, nel 2013. L’altro campione sui generis è Grant Holt, che ha una storia pazzesca: classe 1981, bomber goffo da 94 chili di pancia, è arrivato in Premier col Norwich da capitano solo a 30 anni, dopo aver girato il mondo per giocare a pallone (era finito perfino in Australia e a Singapore) e aver lavorato anche in un’officina per auto. Ho provato un’emozione unica, che mi è rimasta dentro, un senso di responsabilità nel vestire questa maglia. In stile quasi gessato, la maglia presenta un fondo blu scuro con colletto a V, stemma del club sul cuore e leggere righe verticali bicolori.

Ma dietro di loro c’erano solide difese tutte italiane, le dure fatiche di umili, ma indispensabili gregari come Emoli, Colombo o Furino, le geniali ispirazioni a centrocampo di Boniperti, o addirittura un blocco di sette giocatori capaci di vincere in maglia azzurra la Coppa del Mondo in Spagna. Ricordò le prodezze di Galderisi, la sicurezza di Scirea, l’eleganza di Bettega, la sapienza di Furino, l’aggressività di Gentile, le gesta di Tardelli, la dolcezza di Paolo Rossi. Molti scudetti juventini sono dipesi dalle prodezze dei fratelli Hansen e di Praest, di Charles e Sívori, di Platini e Boniek. Le qualità che mantiene nel tempo sono la serietà e la continuità nei successi, altrimenti non avrebbe collezionato 25 scudetti nella sua lunga storia. Non ci son stati aiuti o cose che si vuol far passare, la Juve era talmente più forte delle altre che vinceva gli scudetti indipendentemente da tutto. Non ho mai visto una squadra così forte. Nel 2013, in base alle rilevazioni ufficiali della Lega Serie A, il Cagliari risultava l’8ª squadra d’Italia per numero di tifosi, con 446 376 sostenitori.

Ho i colori bianconeri nel sangue. Per me è, insieme al Milan di Arrigo Sacchi dei primi anni ’90 e allo United che vinse il double nel 1993-94, la squadra che ha avuto il maggior influsso su come credo che il gioco debba essere praticato. A proposito, la prima volta al Delle Alpi, nel 1996, Sir Alex mi disse di concentrarmi su di lui, Montero: dovevo farmi prendere a calci, così Cantona avrebbe avuto spazio. Morto da tempo Ascarelli, via lui, era la fine del primo Napoli da rispettare. Nessuno parlò della fine. Per noi juventini vincere in Europa ha sempre un sapore speciale, cresciuti come siamo con l’incubo di essere i padroni in casa e dei nessuno fuori. Quando arrivai a Torino ero convinto di essere pronto, invece trovai una realtà non uno, ma tre livelli superiori a quanto mi aspettassi. Ma mai nessuna quanto quella di Michel Platini. Gotti conduce la squadra al tredicesimo posto in classifica, raggiungendo una salvezza tranquilla condita da alcune ottime prestazioni come la vittoria per 2-1 contro i futuri campioni d’Italia della Juventus. Chiedo scusa per le risposte brevi ma questi giorni – essendo il portiere dell’Alto Lazio squadra che milita in terza categoria – ho avuto anche impegni sportivi …

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