Lo Stade de France, insomma, non guiderà il salto nel calcio degli anni 2000 solo per essere diventato l’esempio di come l’organizzazione di un Campionato del Mondo potesse portare al rinnovamento delle strutture sportive di un’intera nazione (idea che oggi inizia ad essere messa in discussione), ma soprattutto per la sua originalità stilistica e architettonica. L’Italia era l’unico paese in Europa ad aver tentato la rinascita, cavalcando l’organizzazione dei Mondiali ’90, ma già solo pochi anni dopo si capì che gli stadi costruiti in quel periodo non avessero futuro e che l’occasione era stata sostanzialmente sprecata. Artefice di ciò fu il presidente dei grifoni, Franco D’Attoma, il quale per reperire i 700 milioni necessari al prestito in Umbria dell’attaccante Paolo Rossi, si accordò col gruppo alimentare IBP (Buitoni-Perugina) da cui ne ottenne 400; in cambio, il nome del loro pastificio Ponte sarebbe comparso sulle divise e sui capi d’allenamento della squadra (curiosamente lo stesso Rossi, già vincolato da un precedente accordo pubblicitario a livello personale, sempre nel settore agroalimentare con la Polenghi Lombardo, nell’occasione fu l’unico biancorosso a non poter esibire lo sponsor sulla maglia). Poco dopo il Paris Saint Germain acquista, attraverso BeIn Sports (al tempo Al Jaazera Sport), i diritti per trasmettere all’estero la Ligue 1 per 200 milioni di euro, un affare che finirà per fruttargli quasi il doppio.
Nel 2012 il club parigino ha raggiunto un accordo da 200 milioni di euro con l’istituzione governativa della Qatar Tourism Authority (QTA). La compagnia aerea è rimasta sulle maglie dei catalani fino al termine della scorsa stagione, per poi essere rimpiazzata dalla giapponese Rakuten per la cifra record da 60 milioni di euro all’anno. L’importante, come detto, che le maglie rispettino uno standard ben preciso e il nome della squadra contenga quantomeno quello reale. Anche la Germania era ben lontana da un reale rinnovamento, che arriverà solo nei primi anni 2000, e gli Stati Uniti, che adesso stanno vivendo un rinascimento calcistico, avevano ospitato le partite del Mondiale ‘94 nei loro impianti di football americano. Gli obiettivi turistici e d’immagine sono stati promossi anche attraverso la sponsorizzazione della Qatar Airways sulle maglie del Barcellona a partire dal 2013 (un accordo storico perché la maglia dei blaugrana fino a quel momento era stata immacolata e priva di sponsor). «Il marchio Polenghi si lega al Piacenza Calcio per due anni – spiega il dg biancorosso Marco Scianò – andrà sulle maglie da gioco della prima ma non solo, perché sponsorizzerà anche il settore giovanile e molte altre iniziative e attività che dedichiamo al sociale».
Puoi acquistare maglie e divise da calcio su Retrofootball® quando vuoi e da dove vuoi. Per i campionati 2013-2014 e 2014-2015, la Lega Serie B ha introdotto per il proprio campionato il cosiddetto top sponsor – comune a tutte le compagini del torneo cadetto – sul retro delle maglie: per le due stagioni citate, NGM fu presente sulle divise di tutte le squadre del campionato cadetto. Nel 2012 Al Jazeera Sport penetra nel mercato francese con un proprio canale sportivo con il quale trasmettere partite della Ligue 1 e dei campionati esteri, creando così un duopolio con Canal Plus del gruppo Vivendi. Prima del dicembre del 2010 il Qatar aveva un peso molto limitato nel mondo dello sport e quasi nullo in quello del calcio. Se ne parlava per brevi periodi, come per le gare del Motomondiale o per il torneo Open di Tennis (la cui prima edizione in Qatar, disputata nel 1993, è stata vinta da Boris Becker), giusto una settimana, poi quella indefinita regione petrolifera tornava ad essere dimenticata. La squadra guidata dal tecnico brasiliano Evaristo de Macedo (ex giocatore di Barcellona e Real Madrid) arrivò contro ogni pronostico in finale (poi persa per 4-0 con la Germania) battendo Brasile e Inghilterra rispettivamente ai quarti di finale e in semifinale.
Prima dell’inizio delle votazioni i grandi favoriti sembrano essere Inghilterra e Stati Uniti, che si erano spese in massicce campagne promozionali, ma alla fine ad uscirne vincitori sono sorprendentemente la Russia e il Qatar. Il 2 dicembre del 2010, a Zurigo, si vota per l’assegnazione dei mondiali del 2018 e del 2022: per la prima volta nella storia si vota contemporaneamente per due edizioni della Coppa del Mondo. Nel mondo del calcio il Qatar ha un primo, minimo impatto ai Mondiali U20 nel 1981 in Australia. Ma il PSG doveva avere ed effettivamente sta avendo anche una funzione nel miglioramento dell’immagine del Qatar nel mondo e nella promozione del turismo del piccolo stato del Golfo. In questo modo il Qatar non solo è proprietario del più forte club francese, ma è anche detentore delle televisioni, quindi sul controllo delle immagini e dell’informazione, in un processo simile a quello del gruppo Suning con la PPTV. Una sponsorizzazione gigantesca dalla duplice funzionalità: da una parte aumentare esponenzialmente il fatturato del club (cosa che comunque non gli ha permesso di evitare una sostanziosa multa nel 2014 da parte della UEFA per via del Financial Fair Play); dall’altra, per promuovere il Qatar come meta turistica in vista del Mondiale del 2022, e concorrere con Dubai e Abu Dhabi in questo settore, le due città degli Emirati Arabi Uniti che hanno egemonizzato il turismo in Medio Oriente.
Per maggiori dettagli su quarta maglia juve gentilmente visitate il nostro sito.