bird Comincerei dalla situazione generale. Tuttavia, i pesantissimi tagli lineari che saranno operati su tutti i settori della vita economica del nostro Paese (dalla sicurezza alla sanità, dalla scuola agli enti locali, dall’università alla politica estera, dalla ricerca scientifica alla difesa, dalla cooperazione allo sviluppo e alle politiche sociali) deprimono ulteriormente ed irreparabilmente la fiducia dei nostri cittadini nelle istituzioni e nella loro capacità di affrontare con equilibrio l’emergenza economica. Non si tratta di mettere in dubbio l’indipendenza della Banca centrale europea, che deve rimanere un punto fermo della politica monetaria europea, ma di affrontare le esigenze reali di politica economica. Tuttavia, la risposta non consiste nell’attaccare la Banca centrale europea o l’unione monetaria, come fate voi ogni giorno; occorre, invece, correggere tale asimmetria, rafforzando il coordinamento delle politiche economiche e la convergenza progressiva delle principali scelte finanziarie. Così ignorate, ancora oggi, e non fate nulla contro le scandalose distanze fra ricchi e poveri all’interno dei Paesi, crescenti in Italia. In tale contesto è tuttavia stucchevole ascoltare la difesa di alcuni potentati economici da parte dell’opposizione, che ha sempre tratto la propria forza politica da una presunta difesa dei più deboli; o mores! Dimenticate cioè all’improvviso di appartenere ad una parte politica che ha fatto dello slogan: «affamare la bestia» (per bestia intendendo lo Stato) un cavallo di battaglia.

Europa League final is first game Granit Xhaka has lost since a defeat no Arsenal fan will want to remember - The Sun Spetta invece allo Stato – questa volta sì – al nostro Stato nazionale, rendere competitivo il sistema Italia, facendo davvero, finalmente, le riforme che tutti sappiamo devono essere fatte: liberalizzare, abbattere le rendite, semplificare e valutare meglio le pubbliche amministrazioni, introdurre criteri meritocratici nell’istruzione superiore, in quella universitaria e nella ricerca, ridurre il peso delle amministrazioni pubbliche, semplificare la vita dei cittadini e delle imprese, nonché realizzare le infrastrutture indispensabili e, per questa via, realizzare una giustizia sociale fondata sull’uguaglianza delle opportunità e sui meriti. Oggi si è riferito al federalismo, certamente necessario, ma non ci ha spiegato però neppure questa mattina come lo spiritualismo di cui parla nei sui libri e il federalismo di cui parla in Aula e che propone possano restituire a salari e pensioni quei 100 miliardi di euro che, in Italia, negli ultimi otto anni, sono stati sottratti per una redistribuzione iniqua del reddito che noi vogliamo riequilibrare e che avevamo iniziato a fare con il nostro Governo. Il Ministro Tremonti afferma spesso, in Aula e nei suoi libri, che, per combattere questa deriva, lo cito, «serve una visione della vita che non sia materiale». Boban, Leonardo e José Mari, sul quale ho un giudizio personale, condiviso dai servizi segreti spagnoli: non ha grandi doti di realizzatore, ma per tecnica e visione di gioco può diventare un grande numero 10. Zaccheroni dice: no, è meglio in fascia.

Quando avvertite che la globalizzazione fa paura ad un numero crescente di persone, agitate l’icona di uno Stato forte e di una politica autorevole e protezionistica che comandi sull’economia. Perché lo Stato si deve cimentare in queste avventure? SUSANNA CENNI. Signor Presidente, cercherò per rispetto dei colleghi di quest’Aula di concentrare al massimo il mio intervento, però desidero esprimere le mie opinioni anche perché chi, come me, siede per la prima volta in quest’Aula non possiede pienamente una conoscenza dei Regolamenti, degli iter, delle procedure e anche delle relazioni che abitualmente dovrebbero intercorrere tra il Governo e Parlamento. Oggi l’IVA, ma anche le Poste italiane: tutti lasciti negativi della vostra precedente gestione; condanne di oggi in attesa che arriveranno quelle di domani legate al testo in esame. Dobbiamo certamente lottare contro gli effetti negativi della globalizzazione, dobbiamo certamente costruire una nuova governance globale, dobbiamo finalmente avviare le riforme interne necessarie per attrezzarci a farlo, ma la vostra politica non risponde a nessuna di queste necessità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). L’Europa di oggi è asimmetrica, con una politica monetaria centralizzata e una serie di politiche nazionali non integrate, che non incidono effettivamente sull’economia. L’Europa. «I mali dell’agricoltura italiana derivano dalla politica europea»: è questo che viene pericolosamente ad affermarsi.

Lo suggerisce Berlusconi nel presentare il nuovo ragazzo dell’ attacco milanista, al quale il temperamento non manca e lo si intuisce dalla risposta pronta al presidente. PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Narducci. PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Scilipoti. Vorrei ricordare a tutti, signor Presidente ed onorevoli colleghi, che la situazione finanziaria in cui si trovò ad operare il Governo Prodi nel 2006 non era costellata di rose e di fiori. Allora, credo che non si possano dimenticare in fretta gli attacchi durissimi che furono rivolti al Presidente Prodi e al suo Ministro dell’economia e delle finanze per la manovra messa in campo al fine di contrastare il declino del Paese e ridare fiato alle imprese. MARCO PUGLIESE. Signor Presidente, il mio ringraziamento particolare va al Governo, che è qui presente nella persona del sottosegretario Vegas, il quale ha lavorato intensamente in quest’ultimo mese nelle Commissioni bilancio e finanze con una presenza assidua e sempre disponibile a rispondere alle esigenze della minoranza e della maggioranza.