Jean-Michel Cavalli, attualmente allenatore del Niger e in passato allenatore dell’Algeria, ha terminato gli studi per diventare allenatore in Italia, al fianco di Carlo Ancelotti, perché innamorato dell’idea di calcio di Arrigo Sacchi. Il calcio comprende un’intensa attività fisica per la salute a tutti i livelli. Agli albori della stagione 1997, il marchio Carrera non rinnovò la sponsorizzazione alla squadra del romagnolo, che così si sciolse dopo numerosi anni di attività. Francesco Suppa, Lorenzo Monaco, Madonna dell’Umiltà tra i Santi Donnino, Giovanni Battista, Pietro e Antonio Abate, in Empoli 1424. Masolino e gli albori del Rinascimento, catalogo di mostra a cura di Silvia de Luca, Andrea de Marchi, Francesco Suppa, Firenze 2024, pagg. Favorisce la traspirazione e non si attacca al corpo neanche durante gli sforzi fisici più intensi, ma è anche robusto per resistere ai contrasti di gioco, alle cadute e ai frequenti lavaggi in lavatrice. Partita con l’obiettivo di una tranquilla salvezza, la compagine adriatica si ritrova seconda in classifica, ma nei primi mesi del 2021 subisce una flessione, precipitando verso la zona play-out della classifica, anche a causa di diverse cessioni di giocatori importanti. Saltato il principale obiettivo della stagione, Pantani risalì presto in sella alla bici con l’obiettivo di partecipare al Tour de France.
Recuperò terreno in classifica all’indomani, riscattandosi sull’Alpe d’Huez, sulle rampe della quale conquistò la sua prima vittoria (di otto complessive in carriera) al Tour de France. Dopo un iniziale tentennamento, nel mese di luglio Pantani si ritrovò a debuttare al Tour de France. Nella sua storia il Foggia ha avuto più simboli, come le tre fiammelle sull’acqua, simbolo della città di Foggia, gli stessi colori sociali, ma soprattutto il diavolo, adottato già dalla sua fondazione, ma comparso nello stemma del Foggia solamente nel 1990. Grazie al diavolo, simbolo anche del Milan, i giocatori del Foggia, di notorietà inferiore rispetto alla società lombarda, vengono chiamati “satanelli”. Altri eventi si svolgono nella struttura polifunzionale del Parterre, dinnanzi a Piazza della Libertà (che nel periodo natalizio ospita anche una pista di pattinaggio sul ghiaccio) e nello spazio polivalente della Stazione Leopolda (oggi struttura espositiva e congressuale), così come nel grande Nelson Mandela Forum.
Fu quindi raggiunto da Nelson “Cacaíto” Rodríguez e da Indurain, che tuttavia staccò nuovamente sul terzo passo di giornata, palesandone definitivamente la crisi. Nell’undicesima frazione – e prima di montagna – con arrivo a Hautacam, il capitano della Carrera, Claudio Chiappucci, andò in crisi. Fu in occasione di quel Giro di Svizzera, peraltro, che l’atleta di Cesenatico sfoggiò per la prima volta un nuovo look: capelli rasati e orecchino. Nonostante la scarsa predilezione per le gare contro il tempo, Pantani andò alla riscossa all’indomani, in occasione della cronoscalata Cluses-Morzine Avoriaz. Tornò all’attacco all’indomani, nella successiva frazione Merano-Aprica, che prevedeva l’ascesa ai passi dello Stelvio, del Mortirolo e di Santa Cristina. Decisiva si sarebbe rivelata la frazione di Plan di Montecampione, il 4 giugno: con un Zülle ormai alla deriva e staccato di più di mezz’ora, Pantani attaccò ripetutamente Tonkov. Tuttavia, un nuovo incidente lo estromise prematuramente dalla contesa: infatti, qualche giorno più tardi, nella frazione con partenza da Maddaloni e arrivo a Cava de’ Tirreni, mentre percorreva la discesa del valico di Chiunzi (a poche decine di chilometri dal traguardo), finì coinvolto in una caduta di gruppo a causa di un gatto che tagliò la strada ai corridori.
800 metri dal traguardo, finì per conquistare a sorpresa la medaglia d’oro per distacco. Giro. Pantani, che era in fuga da molti chilometri, non ne resse il passo e pagò all’arrivo una manciata di secondi di distacco al navarro e al futuro campione del mondo, vincitore di giornata. Il Pirata si presentò, però, alle prime tappe di montagna in ritardo di condizione e con un distacco già notevole dagli avversari principali, anche per via di alcuni infortuni nelle prime giornate di gara. Le tappe cui si fa riferimento sono quelle del 21, 22, 27 e 28 luglio 1998, tra le quali rientrano anche le due vittorie parziali conseguite da Pantani in quell’edizione. Alzai le spalle anche stavolta. Pur guadagnando in corsa un vantaggio che virtualmente lo collocava a pochi secondi dalla maglia rosa, Pantani e la Carrera decisero di desistere dalla prosecuzione della rischiosa e dispendiosa azione d’attacco, a causa del mancato accordo con il compagno di fuga, Hernán Buenahora. Nell’agosto del 1992, tenendo fede a un vecchio accordo informale preso a fine 1991 con i dirigenti della Carrera Jeans-Vagabond, passò al professionismo nei ranghi della squadra diretta da Davide Boifava e capitanata da Claudio Chiappucci. La squadra era stata pensata perlopiù come una sorta di selezione dell’Emilia-Romagna e costruita appositamente attorno al corridore di Cesenatico per far bene nei grandi giri; Pantani vi ritrovò gran parte dei suoi compagni della Carrera, tra i quali Massimo Podenzana e Marcello Siboni, oltre all’amico Roberto Conti e al neo-professionista Stefano Garzelli.
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