Questa è una manovra non di rilancio, ma depressiva, e la domanda alla quale vorrei che il Governo rispondesse – è previsto, certamente, il voto di fiducia e avremo modo di sentire il Governo – è la seguente: come mai – lo diceva la collega Cenni – il Governo ha sottovalutato la portata e il rilievo sul piano economico e della ripresa complessiva del Paese del ruolo dell’agricoltura italiana? Anch’essa infatti svolgerà lo stesso ruolo. Sicuramente abbiamo trovato lo spirito giusto per risalire e alla lunga abbiamo conquistato i tre punti meritatamente“. È chiaro che sul tema dei tagli non è che non condividiamo l’obiettivo del pareggio, ma questo non lo realizzerete pensando di diminuire di 2,2 punti percentuali la spesa primaria corrente attraverso tagli lineari. Pensiamo che questa manovra economico-finanziaria sia una manovra di rigore, che tiene conto del particolare momento economico generale di crisi, ma che, attraverso i tagli e questo primo snellimento e semplificazione della macchina amministrativa, può far sperare un nuovo corso, una nuova inversione di tendenza, che, entro la fine dell’anno, ci porterà alla vera soluzione di tutti i mali della nostra nazione: il federalismo fiscale.
Questa agricoltura, che è un pezzo enorme della nostra agricoltura, ha bisogno di aiuti alle modernizzazioni, non di assistenza; quindi, se fossi il Ministro Tremonti mi risparmierei anche qualche battuta infelice sulle regalie per l’agricoltura. Benitez dovrebbe trovare il modo fornire un maggior numero di assist ad Higuain, personalmente preferisco punte con caratteristiche diverse, ma l’argentino tecnicamente è davvero forte, il gol ai gunners, è un pezzo pregiato da museo, rifornire maggiormente l’argentino potrebbe essere la chiave di volta della seconda parte della stagione. Ci troviamo di fronte ad un argomento che poteva essere trattato in altro modo. Abbiamo quindi sicuramente bisogno di diversificare, ma avremmo potuto dare un contributo nel merito di questo argomento che interessa tutti. Non sono certamente uguali le richieste per effettuare lavori di telecomunicazione, quelle all’ufficio preposto del comune rispetto ad interventi che potrebbero avere una durata di tre anni alle richieste presentate nel campo delle costruzioni, dell’urbanistica e dell’attività di ristrutturazione degli appartamenti; non si può operare al riguardo un meccanico collegamento. È chiaro che tutti noi possiamo pensare che questo cosiddetto maxiemendamento contenga al suo interno la maggior parte degli argomenti che conosciamo, ma, non conoscendo il testo, dobbiamo intervenire, evidentemente, su questioni che potrebbero non essere comprese all’interno del testo finale che voteremo.
Proprio in questi giorni, prima che uscisse il testo della manovra, ho preparato delle interrogazioni proprio per l’estensione dell’ADSL, per l’estensione della banda larga in alcuni comuni del Mezzogiorno dove non arriva ancora. Siamo di fronte ad una manovra triennale (questo rimarrà certamente nel testo finale): per il primo anno è prevista una manovra piccola, per il secondo anno una media e per il terzo anno una grande. Anzi, trattandosi di un piano triennale, mi sembra un’assurdità predisporlo tramite decreto-legge: è proprio assurdo il fatto che una manovra che riguarda un periodo di tre anni si debba fare in fretta e furia, addirittura approvandola in dieci minuti da parte del Consiglio dei Ministri, senza un approfondimento reale, senza la collaborazione delle forze parlamentari, senza un confronto con l’opposizione parlamentare. Soprattutto in queste delicate materie il confronto è necessario e indispensabile, perché si tratta di questioni vitali per il nostro Paese, da oggi e per tre anni.
Avremmo potuto discutere come prevedere uffici unici nel territorio; altrimenti, si fa una legislazione che riguarda parti del Paese più fortunate, magari le città: non riguarda, invece, proprio quelle zone, quel territorio della nostra penisola che oggi versa in grave difficoltà. Non è infatti che nel sud non vi fossero le banche (vi era il Banco di Sicilia, il Banco di Napoli, vi erano e vi sono ancora le banche locali cooperative); il problema è che quel che viene raccolto al sud – le risorse finanziarie, i risparmi dei lavoratori e degli imprenditori, di coloro che operano al sud – per quanto venga incassato da banche al sud (anche oggi le banche del nord hanno senz’altro sportelli al sud), viene gestito da banche che lo portano nei territori del Paese dove si può investire e far prestiti più facilmente: insomma, i soldi dal sud emigrano al nord, come emigrano la manodopera, gli intellettuali e coloro che vogliono affermarsi. Nelle quattro, cinque regioni meridionali abbiamo un tasso di interesse che è il doppio rispetto a quello delle regioni settentrionali; è su questo aspetto che dobbiamo provvedere, perché anche al sud si concedano prestiti con i tassi simili a quelli del nord, altrimenti è chiaro che gli investimenti non saranno mai richiamati!
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