“Non dobbiamo farci confondere dall’andamento del risultato perchè siamo andati sotto in maniera casuale su un tiro che ha procurato un calcio di rigore. Nel secondo tempo lo schema sarebbe lo stesso se non fosse che al decimo Donsah se ne va via di fisico e potenza e in quattro balzi si presenta nell’area giallorossa e fa secco il portiere con un tiro preciso ed imparabile: Bologna in vantaggio. Che tra Bologna e Napoli ci fosse una leggera differenza lo sapevamo, che il risultato sia bugiardo è chiarissimo, la vera novità è che il Bologna ha giocato da squadra, ha lottato e si sono viste anche buone doti tecniche. Il Benevento, alla sua prima in A davanti al suo pubblico parte piuttosto timidamente e sono i rossoblu a tenere spesso palla, ma la usano come un criceto userebbe una centrale nucleare, un po’ alla membro di segugio. A finale, tanto per scherzare: se Higuain dovesse fare una 20 di gol, sai la fila che ci sarà, magari abbiamo preso i difensori, ma parte il pipita e come il gioco dell’oca si ritorna alla partenza. «Lo so e so anche di giocarmi subito grande parte del mio futuro, ma essere qui alla mia età è un’ occasione unica e non la voglio perdere».
L’articolo 14 riguarda Expo Milano 2015. Ma vi rendete conto – siamo veramente ridicoli – che per ogni avvenimento importante internazionale (questo è un grande avvenimento che non riguarda solo Milano) e a sette anni di distanza viene nominato un commissario? Sette gol in più fatti e tredici subiti rispetto allo scorso anno, un punto in meno e quelle 19 sconfitte che fanno un girone intero. Aggiungiamo un ennesimo record dopo i sette gol del Napoli, la sconfitta contro una squadra in nove: il primo gol in Serie A di un ragazzo del terzo millennio. Alla Juve basta cominciare a giochicchiare dopo il gol di Taider per creare il numero di palle gol sufficienti ad aver ragione di un Bologna sbilenco e grigio che porta a casa la diciannovesima sconfitta stagionale. BenEvento, nomen omen, quello che serviva al Bologna per uscire almeno momentaneamente dalla sua perenne involuzione che prevede gli stessi errori e gli stessi magoni. Poi certo, due errori tafazziani puniti col massimo della pena e il rammarico di non aver stretto le chiappe qualche minuto in più per rendere meno doloroso questo assassinio.
Ci pensa la VAR a salvare le chiappe alla solita squadra muffa e avara di emozione, capace di rivitalizzare con la sua insipidità un avversario ancora non di categoria che ha quantomeno provato a metterci il cuore. C’è ancora (poco) tempo, dopo saranno solo parole. Andrea Costa ravviva il mortorio morendo a due passi da Destro che gli ruba palla e con scatto felino si presenta tutto solo davanti a Belec: come esulterà? C’è una colpo di spalla di Destro su corner, e c’è che anche Donsah si rompe, allora Poli ritorna esterno e Crisetig riappare sui nostri schermi facendo il play. Masina e Pulgar male negli episodi, Destro si è preso qualche fischio (del resto stasera abbiamo visto un alieno novantenne con una personalità che decisamente mancava, veniva facile il paragone) e insomma purtroppo ci sta tutto. Del resto con la politica dei giovani può capitare. Ne emerge un affresco dei territori che in base a questi parametri si avvicinano più o meno ai Goal rappresentati. Servono interventi strutturali, mentre si preferisce stendere una cortina fumogena su tutta la manovra, operando tagli indiscriminati ai budget dei vari Ministeri, agli enti locali tutti, alla scuola, alla macchina della giustizia, alle forze dell’ordine e alla sanità, rischiando di mettere in discussione persino l’universalità del diritto alla salute.
Ebbene, nell’intento di limitare l’estensione di questo intervento assistenziale ai cittadini stranieri, immigrati, che sono in Italia con regolare permesso di soggiorno, si è fatto veramente un pasticcio – mi scusi il termine, signor Presidente – perché si è previsto che tutti gli aventi diritto all’assegno sociale debbano dimostrare di aver soggiornato per oltre dieci anni in Italia e di avervi lavorato per dieci anni con un reddito superiore ai 5 mila euro. L’unica cosa che temo è l’effetto “non c’è niente da fare” che ti viene dopo queste partite nelle quali sai di aver fatto bene e ti ritrovi con il solito mucchietto di letame sullo zerbino. Abbiamo vinto e tutto e bene quel che finisce bene, ma questa squadra non ha un gioco, non ha un centrocampo e la difesa è da brivido. Ma va bene così , dobbiamo trovare il fil otto giusto , la Juve subirà il contraccolpo della brutta eliminazione.