«Con Bearzot che predica calcio a tutto campo, non avrei avuto alcuna difficoltà di dialogo, tecnico e umano». Viani godeva non usurpata fama di tecnico ma Rocco era più sicuro nei giudizi: non cedeva alla fantasia e si salvava con l’ humor, che aveva fertilissimo. Giovannino insinuò me presente di Gionnin che temeva ne oscurasse la fama alessandrina! La nazionale truccava il catenaccio e teneva Giovannino Rivera ala destra. Nel 1966 ho visto Giovannino giocare la più disperante partita della sua carriera in Italia-Corea. Il 16 novembre 2019 la squadra torna a segnare dopo oltre due anni (non accadeva da settembre 2017) nella partita persa per 1-3 in casa contro i kazaki. Nel 1981 l’Ungheria invita i suoi celebri campioni espatriati in una partita celebrativa. 1921-22 – 3º nel girone A della Prima Categoria Emiliana (FIGC). 1985-86 – 1º nel girone A della Serie C1. La vittoria del campionato di Promozione nella stagione 1980-1981, sotto la presidenza di Giorgio Anastasia, sancì il ritorno nel Campionato Interregionale. Comunque vedo Juventus e Inter davanti a tutte: i due stranieri sembrano di prima qualità, anche se andranno valutati nell’arco dell’intero campionato. La Juventus convocò Rocco per scritturarlo sublimando l’arcigno ricordo del Padova: Rocco non venne lasciato andare dal suo presidente.
Agnelli disse che l’ avrebbe preso solo per tenerlo a giocare in giardino e la Juventus decadde amaramente. Era solo e atterrito. Rocco era stato fino a quel momento la vittima del più bieco conformismo italico, il catenacciaro, come scrivevano gli iloti della critica. Mio papà è avanti con gli anni, non ce la fa più e, oltre a me che vado là ogni tanto, in ditta ci lavorano tutti i giorni i miei fratelli e quattro muratori. E così andò. La tenni lì, al mio fianco. Il mio giornale rinunciava di acchito alle vendite presso i milanisti, magliette di calcio ai quali nulla diceva che rischiassi perdite di lettori per dire quanto pensavo. Non c’è da drammatizzare comunque: la B vale quasi quanto la A. Con Milan e Lazio ci sarà da divertirsi». Non c’è niente che spieghi Pasolini quanto il suo modo di giocare a pallone. Il calcio spagnolo è senza dubbio più dinamico, non c’è la tattica italiana. 1) Ciao ANNA, grazie per aver accettato questa chiacchierata: una tua considerazione su questa bellissima iniziativa quale la 1° Sintesi Cup 2013 di Calcio a 5 organizzata dai presidi di Roma, Palermo e Napoli del Consorzio Sintesi. Ed entrò in crisi anche l’imperturbabile Garbutt, arrivato a Napoli con la segreta speranza di ripetere all’ombra del Vesuvio le imprese di Genova, dove aveva vinto tre scudetti.
Il Milan, ancora. E’ fra le squadre più amate e popolari, ma ha vinto poco con Rivera in squadra: perché? E con il Lilla, quando abbiamo vinto campionato e Coppa di Francia nel 2011, mamma mia che divertimento! Nella mia carriera ho subito sei interventi chirurgici, ho giocato fino a 37 anni e potendo, non avrei mai smesso. Poi scomparve. Erano gli anni dell’ Inter e del Bologna. E la sua trasformazione alcuni anni dopo in un locale alla moda dove si entra solo se vestiti in modo “trendy”. Fu il solo a dare l’ anima. Rocco venne lasciato solo con le sue gatte. Un solo tiro fece Rivera con la Germania e Sivori mancò delittuosamente la goffa respinta del portiere tedesco. «Io non sono per l’attacco all’eccesso: bisogna saper far bene entrambe le cose, la difesa e l’offesa. Bisogna rivedere molte cose, ricercare nuove entrate come quella della pubblicità che non è stata sfruttata convenientemente.
Come modelli per le nuove divise i due calciatori Anastasio e Negro. Lo stretching nei giovani calciatori supporta lo sviluppo, previene infortuni e migliora le prestazioni, ma va adattato all’età e alla maturazione fisica. Le maglie da gioco utilizzate dai calciatori durante la sfida verranno poi messe all’asta. «Non m’interessa, e poi è presto per parlarne: il consiglio direttivo si riunirà a fine mese, l’assemblea ordinaria si svolgerà ad ottobre quando il bilancio sarà pronto». Quella sarà e quella dovranno tenersi. E’ una cordata straniera, un gruppo molto serio. E’ un dolore atroce per me … L’italia esce per la prima volta dalla propria metacampo al 21′, giusto il tempo per un ribaltamento di fronte e un preoccupante bis di un calcio di liberazione stoppato stavolta ad Allan. Da tempo ero avvezzo a non muovermi, a lasciare che il mondo impazzisse. E a 24 anni, quando già mi avevano soprannominato Pantera Nera, perché tutto di nero vestivo dalla testa ai piedi, mi dissero che ero pronto. Quella sera al museo, diretto da un’altra donna, Aisha Al Khater, 32 anni, l’artista giapponese era circondato da più di 200 compratori fra cui Larry Gagosian delle omonime gallerie newyorkesi, uno dei mercanti d’arte più ammirati al mondo amico della mecenate più corteggiata del momento.
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