Maglia bianco blu stridceorizzontali da calcio

Una passione per il calcio che Kolinda ha dimostrato anche il giorno del vertice della Nato a Bruxelles, quando ha regalato una maglietta personalizzata della nazionale croata al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e alla Premier britannica Theresa May. Così lo ricorda Giacomo Randazzo, con gli occhi lucidi mentre cerca nella memoria aneddoti nuovi per raccontarlo. Colori brillanti, il prato verde di un campo da calcio, gli occhi blu del campione di Tavullia che, in un’inedita versione calciatore con la maglia azzurra della nazionale italiana numero 46, esclama «Mo’ je faccio er cucchiaio», pronto davanti al portiere per fare gol. A decorarla ci sono infatti i simboli dei campionati vinti, maglietta della juventus gli stemmi della squadra e il nome con il numero del calciatore. Sul petto al centro compare lo sponsor in bianco con ai suoi lati i due stemmi ungheresi. Ispirata alla maglia dell’Ajax, la maglia ha una larga striscia verticale al centro della parte anteriore della maglia in rosso. Sotto un diluvio improvviso, Kolinda Grabar-Kitarovic ha messo da parte l’etichetta istituzionale e si è lasciata andare, da vera mamma protettiva, ad abbracci sinceri e particolarmente calorosi verso tutti i protagonisti della partita, senza distinzione o differenze di bandiera. Un’ampia striscia, sempre bianca, che terminava tagliata diagonalmente verso il fronte, percorreva i fianchi, dal giromanica alla vita.

I pantaloncini sono blu con dettagli rossi sui fianchi, coulisse bianca ed endcord rosso; i calzettoni sono blu con bordo in maglieria rosso. Quattro bande verticali con i due colori ufficiali, un collo blu a V, la manica blu con bordi rossi e il logo del club bianco onnipresente sullo sfondo in bianco. In evidenza, nella camer mortuaria, la targa ricevuta durante le celebrazioni per il Centenario e la maglia dell’Atalanta personalizzata mandata dal presidente Antonio Percassi, al collo la cravatta ufficiale della società. Infine, si ha il recinto di gioco, che si estende fino alle recinzioni che delimitano la zona per il pubblico; nel recinto di gioco sono incluse anche le eventuali piste atletiche. In un paese dove la politica è sempre stata una faccenda per soli uomini, Kolida Grabar-Kitarovic nel 2015 riesce ad imporsi e a diventare la prima donna Presidente della Croazia. Grabar-Kitarovic è una politica di lungo corso, si è impegnata nella nascita dello Stato nel 1991 con il partito conservatore Unione Democratica Croata (HDZ), che guida insieme a Franjo Tudjman, con il quale ha vinto le elezioni presidenziali della Croazia nel 2015. A soli 46 anni è diventata la prima donna Presidente e la più giovane nella storia politica croata.

Esulta ad ogni gol, abbraccia la bandiera, palpita ad ogni azione d’attacco, la Presidente della Croazia ha fatto della maglia a quadri della nazionale croata la sua divisa personale. Su di essa si affaccia l’omonima basilica, lo Spedale degli Innocenti del Brunelleschi, la Loggia dei Servi di Maria, Palazzo Budini Gattai e il Museo archeologico nazionale. Dall’animo femminista, estimatrice della Thatcher e della Merkel, l’abbiamo vista sempre sorridente e fiera con la maglia a scacchi bianca e rossa, una tifosa eccellente per la sua nazionale di calcio nella Coppa del Mondo di Russia. Ha pagato di tasca sua le spese di viaggio per assistere alla semifinale e alla finale in Russia e si è scalata dallo stipendio i giorni in cui era impegnata a tifare la sua squadra. Si è anche fatta una fotografia con il presidente della Francia, Emmanuel Macron, il rivale istituzionale nella finale disputata domenica scorsa a Mosca.

Con questa espressione, in un inconfondibile romanesco, ecco svelata la dedica sportiva a Francesco Totti, icona del calcio italiano, che la scorsa settimana ha giocato l’ultima partita della sua fantastica carriera giallorossa. E poi tutto quello che c’è intorno: dalla partita al pub con gli amici all’adrenalina di una finale, dalle statistiche alle curiosità sul web. E poi la sottolineatura, se ancora ce ne fosse bisogno, di come l’allineamento dei pianeti ha portato il calcio a essere lo sport prediletto della moda, a fare del football europeo – e perché no, italiano – il laboratorio dello sportswear del futuro. Laureata in Arte e Letteratura inglese e spagnola a Zagreb, ha poi studiato Studi Internazionali a Vienna ed è stata inviata diplomatica a Ottawa e ambasciatrice negli Usa. Il designer Aldo Drudi trasforma in arte il loro sentito tributo al compianto Nicky Hayden e all’Italia. Se negli ultimissimi anni qualche nuovo guizzo di creatività c’è stato, non c’è dubbio che ancora oggi gli anni Novanta abbiano costituito una fonte di ispirazione inarrivabile per qualsiasi designer – non solo di calcio, oltretutto.