Alcuni club di serie B hanno spedito i loro osservatori al Rocchi (anche a Pisa e Bolzano, quando i laziali hanno giocato i playoff in trasferta) ma il discorso è sempre lo stesso: in caso di permanenza in serie C la Viterbese rimane la prima scelta. Tra tutte spicca quella rifilata al Pisa nei playoff: un destro secco che ha ammutolito l’Arena Garibaldi e dato il via alla vittoria dei leoni in Toscana. Per età e prospettive ma anche per l’impegno e la dedizione che lo hanno incoronato capitano, il top player del reparto è Daniele Celiento: l’ex Napoli è un leader silenzioso e da due anni guida la difesa sia da centrale che da terzino destro. L’approccio più elegante e vincente è quello del debutto del giallo della stagione 1983. Il colore acceso è bilanciato dal blu solito della divisa di cortesia nel bordino della manica (strisciolina a maniche corte, polsino raffinato con le maniche lunghe), negli sponsor e nel finto colletto a V. In particolare, la più bella è quella della finale di Coppa delle Coppe col Porto, vinta dai bianconeri per 2 a 1, senza lo sponsor Ariston, che la rende una maglia semplice e cool, con dei segni misterici come i due uomini schiena a schiena e il cerchio tricolore sovrastato da due stelle, come di una loggia massonica per nulla timida.

Soccer - Hackaday Il logo Ariston inoltre, già futuristico di suo, nella versione di coppa acquisisce una grandezza maggiore, contribuendo al forte contrasto voluto in origine dagli sceglitori dei colori societari tra purezza e austerità, volontà di comando. Prima di tutto c’è da fare una distinzione: quell’anno la Vecchia Signora aveva due kit differenti per campionato e coppa. Infatti nel 1994 la Kappa propose il suo celeberrimo kit stellato, con la doppia stella sulla spalla: il blu elettrico è bello ed è la prima apparizione dello stemma societario sulla maglia dei bianconeri, ma le stelle gialle sulle spalle sono abbastanza tamarre, bisogna dirlo, per non parlare di tutto l’armamentario attaccato alla maglia: due stelle sul petto oltre a quelle sulle spalle (IN CASO NON FOSSE CHIARO), store maglie calcio e quell’aggressività sintetica delle maglie degli anni ’90 che non poteva che peggiorare la situazione. Il colletto è quasi uno scollo per anni sessualmente liberi, con però il tocco di classe del bottoncino per nascondere il proprio petto villoso da occhi indiscreti, se proprio ti senti pudico.

Per le coppe la Juventus sfoggiava l’abito importante, con una striscia nera centrale che si divide nel colletto a V che è uno spettacolo. Ore 09.10 – (Corriere del Veneto) Sul campo, lo spettacolo per un tempo è gradevole, con sprazzi di calcio-bollicine e qualche giocata di qualità. Grazie al regista e alle mezze ali il gioco acquista qualità ma anche velocità, interdizione e presenza in zona gol. Numeri e sensazioni. Nelle ultime sei partite, l’Italia ha segnato solo tre gol al cospetto di avversari del calibro di Albania, Macedonia, Israele e Svezia. Io la amo, capiamoci, ed è una maglia cult, ma è cool solo per chi è juventino. A chi sta meglio: Platini, che si protegge del rigido clima torinese solo con una catenina d’oro zarra mentre Tardelli, Cabrini e Brio erano timorati di Dio e si mettevano la maglia della salute. Ripercorrendo gli ultimi giorni precedenti alla gara, nello specifico, la società azzurra, colpita da una grave crisi economica, non solo non emulava nessun stipendio nei confronti dei calciatori da diversi mesi, ma cosa ancor più grave non riuscì nemmeno a garantirvi i completini da gioco. Di quell’anno esteticamente fecondo è anche la misteriosa maglia celeste, mai utilizzata prima e mai utilizzata dopo, unicum portata solo nella trasferta di semifinale di ritorno contro i polacchi del Widzew Lodz.

Il campionato 1949-1950 fu per la Toma Maglie un anno importante in quanto sancì, per la prima volta nella sua storia, l’accesso ai campionati professionistici. Semifinalisti in Champions, i bavaresi hanno già svelato la nuova prima maglia per la stagione 2024/25: ben tre tonalità diverse di rosso, una prima volta come il codice QR inserito sullo sponsor. Tutti elementi che Jefferson racchiude appieno ma che i troppi infortuni non gli hanno fatto esprimere al meglio per larga parte della stagione. Non lavoro meno di prima, ho più o meno le stesse problematiche, ma riesco a gestire meglio il tempo a disposizione per viverlo soprattutto con le persone che amo. Il quarto cannoniere della storia tutti i tempi del Milan, 132 rei al vaglio ufficiale, ha proseguito il suo lavoro questa sera. Capisce che è tempo di cambiare aria, ma le offerte latitano, lingaggio è di quelli pesanti: alla fine il Milan, pur di liberarsene, decide di cederlo in prestito e la spunta il Perugia, allenato da Mazzone, che però non vede di buon occhio il franco-senegalese.