D’Attoma, solo pochi mesi prima osteggiato dai vertici del calcio tricolore, venne messo a capo della Promocalcio. Chievo fu quindi la prima squadra ad accordarsi con due differenti sponsor contemporaneamente per la stessa competizione, esulando dalle regole imposte nel 1998. Era però possibile per una squadra, rescindere un contratto di sponsorizzazione e firmarne un altro con un diverso marchio commerciale da mostrare all’interno della medesima competizione (come accadde nel caso dell’Udinese nella stagione 1998-1999); in questo caso però, la squadra era tenuta a firmare solo un contratto di sponsorizzazione alla volta. Cirio) per le partite di campionato e per quelle delle coppe europee; nella stessa annata, in Serie A, anche il Piacenza adottò una similare strategia, approntando un marchio pubblicitario per le partite in casa e un altro per quelle in trasferta. Artefice di ciò fu il presidente dei grifoni, Franco D’Attoma, il quale per reperire i 700 milioni necessari al prestito in Umbria dell’attaccante Paolo Rossi, si accordò col gruppo alimentare IBP (Buitoni-Perugina) da cui ne ottenne 400; in cambio, il nome del loro pastificio Ponte sarebbe comparso sulle divise e sui capi d’allenamento della squadra (curiosamente lo stesso Rossi, già vincolato da un precedente accordo pubblicitario a livello personale, sempre nel settore agroalimentare con la Polenghi Lombardo, nell’occasione fu l’unico biancorosso a non poter esibire lo sponsor sulla maglia).

Con la stagione 2020-2021 la Lega Pro porta a sette il numero massimo di sponsor applicabili sulle divise da gioco, con l’introduzione del secondo back sponsor; lo spazio totale riservato agli sponsor sul retro della maglia è di 350 cm² con lo sponsor principale di dimensioni massime di 200 cm² e per il secondario di 150 cm². Terminato l’accordo commerciale con il top sponsor, la Lega B ha mantenuto la possibilità per le squadre di inserire pubblicità sul retro delle maglie delle dimensioni massime di 200 cm². Per quanto riguarda le rappresentative calcistiche nazionali, i regolamenti internazionali contemplano esclusivamente la presenza del logo del fornitore tecnico sulle divise. Quanto a nuovi esperimenti, nell’annata 2000-2001 la Juventus tentò, dopo la Fiorentina tre anni prima, a proporre una maglia recante due marchi pubblicitari, seppur (come fatto a suo tempo dal Perugia) “mascherando” il secondo sponsor in una fornitura tecnica: al posto del logo del fornitore delle divise, Lotto, fu infatti inserito quello di un secondo marchio commerciale, CiaoWeb. Il logo dell’Unione Sportiva Catanzaro è sempre consistito, seppure di rado con qualche lieve modifica di natura grafica, in uno scudetto sulla cui sommità campeggia la dicitura U.S. Vittorio Pozzo, La partita dello scudetto davanti a 50mila, in Stampa Sera, 5 maggio 1958, p.

Per permettere la stampa del fondo bianco occorre pretrattare le magliette con un primer. TIM ha “sopraffatto” le denominazioni delle due competizioni che, pur mantenendo i loro nomi istituzionali, sono state pubblicizzate sugli organi di stampa rispettivamente come Supercoppa TIM e TIM Cup. Oltre ai numerosi incontri ufficiali, tra cui si annoverano anche uno spareggio per l’accesso alla Coppa dell’Europa Centrale (1929), il Campionato Alta Italia (1944) e il Trofeo Picchi (1971), sin dall’inizio del XX secolo le due formazioni si sono ritrovate diverse volte contrapposte in manifestazioni di carattere amichevole quali la Coppa Pagani, la Palla d’oro Moët et Chandon, la Scarpa d’argento Gerolamo Radice, la Targa Luigi Ansbacher, il Trofeo Medaglia d’oro Caimi, i Tornei delle Città di Torino e Milano, la Coppa Super Clubs e, dagli anni 1990 in poi, competizioni prestagionali come il Trofeo Birra Moretti, il Trofeo TIM e l’International Champions Cup. In Serie B, nelle stagioni 2008-2009 e 2009-2010, a titolo sperimentale è stata concessa per la prima volta l’esposizione di uno sponsor commerciale sulla parte frontale dei pantaloncini, per una superficie massima di 40 cm². Bastò attendere un solo anno, e il 26 agosto 1979 cadde l’ultimo tabù, con l’esordio in Coppa Italia della prima maglia di calcio italiana griffata da uno sponsor, quella del Perugia.

Le nostre maglie non sono solo accattivanti, ma anche di alta qualità. Serie A TIM. Fino all’edizione 2009-2010, tale operazione ha riguardato anche la Serie B, ovvero fin quando i due massimi campionati calcistici nazionali sono stati gestiti dalla stessa lega. Dalla stagione 2017-2018, il Campionato Primavera viene suddiviso in due tornei: Campionato Primavera 1 e Campionato Primavera 2, entrambi sponsorizzati da TIM che prendono così il nome di Campionato Primavera 1 TIM e Campionato Primavera 2 TIM. Dal 2018 si è venuto dunque a creare un nuovo trofeo: la Supercoppa Primavera 2, che anche in questo caso viene sponsorizzata da TIM prendendo il nome di Supercoppa Primavera 2 TIM; tuttavia dalla stagione 2018-2019, con il passaggio del Campionato Primavera 2 e Supercoppa Primavera 2 sotto l’egida della Lega B, queste rimangono prive di title sponsor. «maglie» come sinonimo di «indumenti da gioco», facendo quindi ricadere anche i pantaloncini incriminati sotto l’egida del regolamento. Ironia della sorte, ha anche guidato il campionato nelle intercettazioni quattro volte, e il suo 35 nel 1988 si è classificato come il secondo nella storia della NFL. Un’inchiesta condotta dalla Lega Nazionale Professionisti (LNP) nel 2013 e pubblicata sul giornale Corriere dello Sport – Stadio tre anni più tardi concluse che la squadra bianconera risultava essere la prima squadra nelle preferenze dei sostenitori di calcio in Italia in 13 regioni su 20, il che costituisce il 33% della quota di mercato del settore a livello nazionale.

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